The Eagle



Anno: 2011 - Genere: Action/Storico - Nazionalità: USA - Distribuzione: Bim - Regia: Kevin Mcdonald


The Eagle è un film storico e d'azione che fa emergere qua e là spunti interessanti su temi quali guerra, onore, conquista, vinti e vincitori, rispetto per l'altro, diversità e somiglianze culturali. Il film porta il nome del simbolo romano, ma in realtà non è schierato ed evidenzia aspetti positivi e negativi sia dell'una che dell'altra parte in gioco.

È il 140 d.C. Marco Flavio Aquila (Channing Tatum) è un giovane comandante che viene destinato ad una piccola legione della Britannia. Marco è religiosissimo, onora continuamente i penati e ha un solo scopo: riabilitare la memoria di suo padre che, vent'anni prima, in una sanguinosa e misteriosa battaglia in Bitannia, era sparito con la sua legione (la nona) e aveva perso l'insegna. L'aquila e la memoria di quell'infangata legione sono rimasti così oltre il vallo di Adriano. Marco, per dimostrare l'onore della sua famiglia, difende strenuamente i suoi soldati e si distingue in battaglia per le sue gesta eroiche: ma, durante una cruenta lotta, subisce gravi ferite e viene costretto al congedo con onore. Il dolore porta il bel Marco in Caledonia, dallo zio; durante un gioco gladiatorio, in cui la vittima è un britanno, Marco rimane colpito dal coraggio del biondo nordico e decide di salvarlo: il giovane Esca (Jamie Bell, il piccolo Billy Elliot ormai cresciuto) odia i romani, ma diventa schiavo di Marco per sdebitarsi. Tuttavia il loro rapporto non si esaurisce nel binomio padrone/schiavo: quando Marco viene a sapere che una tribù situata oltre il vallo adora un'aquila d'oro, decide di partire con Esca per superare i confini dell'impero e cercare l'insegna.

Inizia un viaggio affascinante in un luogo sempre meno civilizzato, sempre meno romanizzato, immerso nella natura. Tappeti di foglie rosse, neve e nebbia, fitti boschi, pericoli costanti conducono Marco e Esca ad una universalizzazione dei valori, scevri da ogni cultura e parte. Si evidenzia piano piano il grado zero della cultura, quando questa scompare per mettere in relazione solo i singoli individui; oppure la cultura si erge, prepotente, ma solo per mostrare che i popoli hanno in comune molto più di quanto sembri. Il rapporto tra Marco ed Esca è inizialmente un rapporto tra padrone e schiavo fatto di reciproco e freddo rispetto; poi diventa di cooperazione, di scontro, amicizia, inimicizia. Insomma: la lotta tra civiltà è altro dal rapporto tra uomini i quali, conoscendosi, imparano a rispettarsi. Ogni popolo ha la sua guerra; ogni popolo, sia esso romano o britanno, si appropria di simboli altrui per puro spirito di potere (i romani rubano terre; i britanni adorano simboli rubati); ogni popolo e ogni cultura ha le sue aberrazioni: che sia il politico romano molle e senza onore o il britanno che taglia teste, ogni popolo commette errori. Gli individui sbagliano, ma, presi singolarmente, possono conoscersi meglio e avere l'opportunità di guardarsi in faccia, rispettarsi e comprendere a fondo la relatività della cultura. Il coraggio e l'onore, i valori, la giustizia, albergano non nelle culture, ma solo negli individui. In questo senso The Eagle è sempre giocato sul filo del rasoio: lo spettatore non si schiera mai, ma parteggia ora per Marco ora per Esca, proprio perché i valori sbandierati dai personaggi vengono sempre messi in relazione con la situazione del momento. La riconciliazione avviene quando, alla fine di una terribile battaglia, tutti vengono onorati, romani e britanni, indipendentemente dal vincitore.

The Eagle è un viaggio affascinante scritto in modo magistrale: ogni scena è inaspettata e la storia procede sempre per svolte improvvise e mai banali; la colonna sonora è evocativa, molto nordica, figlia di un'atmosfera appunto non civilizzata: panoramiche e musica ricordano a tratti per forme e stilemi L'ultimo dei Moicani. Le sequenze delle battaglie si susseguono veloci e caotiche, dando il preciso senso di uno scontro all'arma bianca. Da sottolineare la sequenza silenziosa, basata su primi piani a contrasto con campi lunghi, della surreale solitudine dei romani a guardia del vallo, la fine del mondo conosciuto. Delicato e avvincente il rapporto di rivalità/amicizia e per certi versi amore/odio tra Marco ed Esca, diversi per provenienza ma profondamente simili.
Un film consigliato che, al di là di tutto, sa tenere viva l'attenzione per due ore senza stancare.




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